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Le 14 lettere di Matteo Messina Denaro

Scritto da Salvo Palazzolo il 20 aprile 2010
Pubblicato nella categoria Il blog inchiesta

C’è un politico che Bernardo Provenzano ha “messo a disposizione” di Matteo Messina Denaro. C’è un prete che continua a mandare saluti a Matteo Messina Denaro e gli scrive: “Se hai bisogno della benedizione di Gesù Cristo sai dove e come trovarmi”. C’è un imprenditore che è pronto a intestarsi alcune quote di una società per fare grandi affari in provincia di Trapani. C’è un “amico”, che era devoto a Francesco Messina Denaro, e adesso è al servizio del figlio. C’è un tipografo che ha appena stampato un nuovo documento al nuovo leader carismatico di Cosa nostra, il trapanese Matteo Messina Denaro.

Ci sono cinque, e chissà quanti altri, insospettabili che da 16 anni proteggono la latitanza dell’ultimo depositario dei segreti di Totò Riina e Bernardo Provenzano. Quei cinque sono citati, con grande rispetto, da Messina Denaro nelle sue lettere: senza nomi, naturalmente, ma con diversi particolari che dicono della immutata capacità di infiltrazione di Cosa nostra nella società legale (o presunta tale). Bisogna leggerle con attenzione le lettere di Matteo Messina Denaro: quelle che sono state sequestrate nel corso degli ultimi anni sono 14. Sette, ritrovate dalla polizia nel covo di Bernardo Provenzano, a Corleone, l’11 aprile 2006. Due, sequestrate nel covo di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, a Giardinello, durante il blitz fatto dalla squadra mobile di Palermo il 5 novembre 2007. Cinque lettere sono state invece consegnate al Sisde, il servizio segreto civile, dall’ex sindaco di Castelvetrano, Antonino Vaccarino, pure lui in contatto epistolare col latitante, fra il 2004 e il 2005.

Eccole, di seguito, le 14 lettere scritte da Matteo Messina Denaro. Leggerle è importante per capire cosa è diventata oggi Cosa nostra. Il padrino che ha voluto le stragi di Firenze, Roma e Milano sostiene di essere investito di una “causa”: “Se io fossi nato due secoli fa, con lo stesso vissuto di oggi già gli avrei fatto una rivoluzione a questo stato italiano e l’avrei anche vinta”. Però, poi, le parole che seguono non sono proprio da Che Guevara: “In Italia da circa 15 anni c’è stato un golpe bianco tinto di rosso attuato da alcuni magistrati con pezzi della politica ed ancora oggi si vive su quest’onda”. Questa l’ho già sentita, e ho lo sensazione di sapere anche dove.

Le lettere di Messina Denaro, alias Alessio, a Bernardo Provenzano

I due capimafia discutono soprattutto di una questione economica che vedeva contrapposti i clan di Trapani (legati a Messina Denaro) e quelli di Agrigento (legati la latitante Giuseppe Falsone). Le lettere fanno riferimento alla figura di un insospettabile imprenditore del settore della grande distribuzione, Giuseppe Grigoli. Per chi vuole approfondire l’argomento, ecco la memoria depositata dalla Procura di Palermo al tribunale che si è trovato a dover giudicare la posizione di Grigoli:

Le lettere di Alessio a Vaccarino, alias Svetonio

Le lettere di Alessio a

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